8 marzo 2022 – Il mondo si rivolga al movimento femminista per la pace

8 marzo 2022 – Il mondo si rivolga al movimento femminista per la pace

La Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate, spazio politico:

  • che valorizza la differenza sessuale che è alla base delle discriminazioni e della violenza presente in tutte le culture;
  • sempre al fianco di ogni donna e persona che lavori per smascherare ed eliminare le norme imposte dalla cultura patriarcale ai corpi;
  • per il sostegno di ogni donna che sopravvive e lotta per liberarsi dal controllo della violenza maschile;
  • che respinge l’idea del corpo come strumento dello sfruttamento sessuale e riproduttivo, che colpisce principalmente donne e bambine, nella famiglia e nella società;

scende in piazza l’8 marzo, a Milano, in piazza Duca d’Aosta alle 18, richiamando tutte e tutti alla necessità di ristabilire subito la pace.

La guerra nasce dalla stessa cultura in cui si radica la violenza maschile contro le donne, producendo effetti negativi, intensificando le disuguaglianze, creando povertà e instaurando un clima di minaccia che si gioca soprattutto sui corpi delle donne. Durante i conflitti armati, aumenta sempre il rischio di violenza sessuale; la guerra, così come la violenza maschile, genera insicurezza e mancanza di futuro, limita la libertà di tutti, in particolare delle donne e dei bambini, e rallenta l’affermazione dei diritti umani, solo parzialmente raggiunti e già erosi dalla pandemia in corso.

Ancora una volta la politica, diretta quasi esclusivamente da logiche maschili, sta minacciando l’umanità e la salvaguardia del nostro pianeta, facendo emergere il fallimento totale del patriarcato e la necessità di affermare e inserire nelle agende politiche le istanze che le femministe di tutto il mondo portano avanti da sempre. 

Il movimento femminista ha acquisito un’enorme forza mediatica e culturale. È tempo di trasformarla in potere politico. Siamo l’opposizione alla guerra, al patriarcato, all’autoritarismo e al militarismo. Siamo il futuro che prevarrà…” (appello femministe russe)